Il cervello trappola by A.E. VanVogt

Il cervello trappola by A.E. VanVogt

autore:A.E. VanVogt
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-09-09T16:00:00+00:00


15

Marin si strappò la benda dagli occhi e si voltò.

Scuddler stava dicendo:

— Bisogna localizzare il Gruppo 814. Forse dovremmo mandare uomini e macchine. Presto!

Marin lo sapeva bene dov'era il Gruppo 814, ma non aprì bocca. Stava pensando:

— Che sarà dell'appartamento di Trask, di Riva, del... mio corpo? —

Era ancora fermo lì accanto all'uscio, esterrefatto, ma calmo. Gli sembrava tutto lontano, vago, irreale. Non poteva essere vero! Vicino a lui risuonò ancora una volta la voce dell'altoparlante. Questa volta il messaggio diceva:

— Tutti i Maestri di Gruppo a rapporto nel Rifugio del Quartiere C...

Marin si scosse.

— Rimettimi la benda, — disse al Pripp. — Devo essere fuori di qui prima che il Controllo impedisca di volare.

Pochi minuti dopo, si trovava nel Quartiere Generale sotterraneo del Gran Giudice. Con un andirivieni continuo, i corrieri militari gli portarono gli ultimissimi messaggi dal vicino centro per le comunicazioni di emergenza, subito organizzato dalle Forze Armate che avevano assunto la difesa della città.

Parte dei messaggi, Marin li passava direttamente al Gran Giudice. Si trattava in genere di rapporti succinti sulle condizioni della città. Tutte le strade erano pattugliate, una dozzina di saccheggiatori erano già stati messi al muro, la distribuzione dei viveri e dei generi di prima necessità era già in atto presso le stazioni dei Rifugi. Ma forse la notizia più rassicurante era quella che riguardava l'indice di radioattività, assai inferiore al livello di pericolo. Fortunatamente, fortissime correnti d'aria negli strati superiori dell'atmosfera avevano disperso le nuvole mortali.

Tutti i Capi presenti al consiglio erano d'opinione che il peggio ormai fosse passato. I nervi si rilassarono, negli occhi spenti tornava a brillare la speranza. Marin lesse ancora qualche messaggio e, accortosi che ormai tutte le informazioni erano identiche, mise le carte sulla scrivania e si appoggiò con un profondo sospiro allo schienale della poltrona. — E adesso? —si chiese.

Ormai l'errore madornale era stato fatto, e non c'era più rimedio. Rifiutandosi di liberare Trask la sera innanzi, aveva condannato a morte Trask e se stesso. Se non fosse riuscito a far annullare la sentenza, lui, Marin — con l'apparenza di Trask — sarebbe stato giustiziato al più presto, e lo stesso Trask, la vera entità di Wade Trask, sarebbe morta, distrutta istantaneamente dall'atomica e sarebbe stato distrutto con essa, anzi, disintegrato, il vero corpo di David Marin.

Ma, nonostante l'urgente necessità di pensare a sé, si sorprese a speculare sugli aspetti puramente militari dell'esplosione. Osservò le terrificanti rovine che sfilavano lentamente sul vasto schermo televisivo, e pensò che per gli esperti quello era davvero un gran giorno. Di che dimensioni poteva essere la bomba contro cui la piazza aveva dimostrato di poter resistere?

Nonostante la rovina, saltava agli occhi anche del profano che il fortilizio aveva dato ottima prova di sé. Era evidente che la scossa doveva essersi propagata rimbalzando dal sotto in su, da uno strato all'altro della bene incuneata struttura della barriera quadrata.

Restava adesso da accertare la dimensione della bomba. E bisognava contare i morti.

A un tratto Marin si accorse che Meddelin e il Gran Giudice erano rivolti verso di lui, e che Meddelin gli faceva cenno di avvicinarsi.



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